Il 20enne scozzese capace di battere due volte in due anni il n.1 al mondo ha preparato con cura il torneo di Dubai: "Esercizi di focalizzazione in una sauna a 45°, per resistere alle pressioni e mantenere la concentrazione"
Andy Murray, 20 anni, aveva già sconfitto Federer nel 2006. Afp
LONDRA (Inghilterra), 4 marzo 2008 - Si chiama "hot yoga" il segreto della vittoria a sorpresa di Andy Murray sul n.1 al mondo Roger Federer al torneo di Dubai. E' stato lo stesso 20enne tennista scozzese (n,11 del ranking mondiale) a rivelarlo dopo la partita vinta con il punteggio di 6-7 6-3 6-4, spiegando che proprio grazie al "Bikram" o "hot yoga", è riuscito a restare calmo e concentrato per l'intera durata dell'incontro.
Andy Murray, 20 anni, aveva già sconfitto Federer nel 2006. Afp
LONDRA (Inghilterra), 4 marzo 2008 - Si chiama "hot yoga" il segreto della vittoria a sorpresa di Andy Murray sul n.1 al mondo Roger Federer al torneo di Dubai. E' stato lo stesso 20enne tennista scozzese (n,11 del ranking mondiale) a rivelarlo dopo la partita vinta con il punteggio di 6-7 6-3 6-4, spiegando che proprio grazie al "Bikram" o "hot yoga", è riuscito a restare calmo e concentrato per l'intera durata dell'incontro.
HOT YOGA - A iniziarlo a questa disciplina, che prevede 30 minuti di esercizi di focalizzazione e concentrazione in una sauna a 45°, sono stati i suoi nuovi preparatori atletici, Jez Green e Matt Little. "Questa tecnica mi ha aiutato moltissimo sia a livello fisico che mentale – ha spiegato Murray al sito dubaitennischampionships.com – perché è davvero difficile sopportare un calore del genere per tutto quel tempo, devi avere una grande forza interiore e io ero stato mentalmente debole e incapace di resistere alle pressioni troppo a lungo in passato. Abbiamo cominciato a usare questa tecnica in dicembre, per migliorare la mia flessibilità in vista degli Australian Open, e all'inizio non era affatto piacevole, ma contro Federer penso di aver dimostrato che resistere alla tensione non sarebbe stato affatto un problema. La cosa fondamentale è credere di poter vincere la partita. Penso che troppo spesso molti giocatori cercano di giocare in maniera perfetta, ma l’importante è rimanere calmi e concentrati e non prendere decisioni affrettate, soprattutto all’inizio del match. Ed è proprio quello che ho fatto io: sono rimasto calmo e ho focalizzato l’obiettivo che volevo raggiungere e questa è stata una delle chiavi di volta della mia vittoria".
RUGGINE - Quello di Dubai è stato il secondo successo di Murray su Federer (lo sconfisse anche a Cincinnati nel 2006), che non perdeva un torneo al primo turno dal 2004. "Da un punto di vista tecnico, il mio servizio è stato davvero l'arma vincente – ha concluso lo scozzese -. Ci ho lavorato sopra parecchio e non credo che battere Federer in tre set e non avere nemmeno un break-point contro sia una cosa che capita spesso". Dal canto suo il numero uno al mondo si è detto ancora "un po' arrugginito" (si ostina a giocare il minino indispensabile e negli ultimi tre mesi ha disputato appena 5 incontri, perdendo fra l’altro in semifinale agli Open d’Australia contro Novak Djokovic), ma ha riconosciuto il valore dell'avversario. "Sapevo che sarebbe stata un partita difficile – ha detto Federer – e avrei potuto giocare meglio, ma bisogna dare merito a Murray per quello che ha fatto".
RUGGINE - Quello di Dubai è stato il secondo successo di Murray su Federer (lo sconfisse anche a Cincinnati nel 2006), che non perdeva un torneo al primo turno dal 2004. "Da un punto di vista tecnico, il mio servizio è stato davvero l'arma vincente – ha concluso lo scozzese -. Ci ho lavorato sopra parecchio e non credo che battere Federer in tre set e non avere nemmeno un break-point contro sia una cosa che capita spesso". Dal canto suo il numero uno al mondo si è detto ancora "un po' arrugginito" (si ostina a giocare il minino indispensabile e negli ultimi tre mesi ha disputato appena 5 incontri, perdendo fra l’altro in semifinale agli Open d’Australia contro Novak Djokovic), ma ha riconosciuto il valore dell'avversario. "Sapevo che sarebbe stata un partita difficile – ha detto Federer – e avrei potuto giocare meglio, ma bisogna dare merito a Murray per quello che ha fatto".
Nessun commento:
Posta un commento