Chi l'avrebbe detto che, per vedere Roger Federer sollevare la prima coppa dell'anno, si sarebbe dovuto attendere l'appuntamento con la terra battuta? E invece, lo svizzero ha ritrovato il successo e il sorriso con la vittoria al torneo dell'Estoril, in Portogallo, proprio sulla superficie da lui meno amata. Ben 154 giorni, ormai, lo separavano dall'ultimo trionfo, al Masters di Shanghai nel novembre del 2007. Un lasso di tempo lunghissimo per il giocatore che ha dominato in modo assoluto il circuito negli ultimi quattro anni.Per far segnare finalmente un risultato positivo, lo svizzero ha dovuto affrontare, in finale, il numero quattro del ranking, Nikolay Davydenko, reduce dall'affermazione di Miami su Rafael Nadal. Una vittoria che, oltretutto, gli permette di tirare il fiato, guadagnando punti preziosi proprio sul maiorchino, che, negli ultimi tempi, si era pericolosamente avvicinato a spodestarlo al trono.Peccato per il ritiro del russo che, dopo un primo set ceduto di misura al tie-break, ha dovuto lasciare il campo a causa di un infortunio alla gamba sinistra. Davydenko ha abbandonato un match interessante e molto equilibrato, subito dopo avere strappato il servizio all'avversario, mentre stava conducendo per 2/1 nella seconda frazione. Per vincere la prima partita, Federer aveva dovuto annullare due set point a Davydenko, uno sul 5/4 e l'altro sul 6/5 per il suo avversario. Al tie-break, poi, lo svizzero, dopo essere stato avanti per 5/1, aveva subito la tenace rimonta del russo che era riuscito a raggiungerlo, prima di arrendersi per 7/5. Con il trofeo dell'Estoril, il campione di Basilea si porta a casa il 54esimo titolo in carriera. Il Federer che si è visto sui campi portoghesi, però, ha mostrato luci ed ombre. Il suo cammino verso la finale non è stata una delle solite passeggiate alle quali ci aveva abituato. Invece di macinare gli avversari come se niente fosse, questa volta, ha dovuto lottare anche con giocatori tutto sommato modesti come Oliver Rochus oppure Denis Gremelmayr. E dopo queste prestazioni non proprio impeccabili, una partita vinta contro Davydenko, grazie al forfait dell'avversario, non basta certo a scacciare i fantasmi della crisi che lo ha investito negli ultimi mesi.D'altra parte un successo nella prima prova sul rosso (per quanto si tratti di un torneo "minore") è, indubbiamente, un buon segnale. La voglia di lottare fino in fondo, punto dopo punto, messa in mostra in diversi incontri e anche in finale, poi, può essere un'altra spia del recupero di Federer.Il ritorno del fuoriclasse, a questo punto, potrebbe passare proprio per i campi color ocra del Roland Garros. Di certo, questo è il suo primo obiettivo. Il trofeo parigino è l'unico titolo di prima grandezza che non compare ancora nel suo ricchissimo palmares. Se dovesse riuscire nell'impresa proprio quest'anno, però, l'agognata vittoria suonerebbe un po' come una beffa. Si porterebbe, a casa, infatti, il tassello mancante per completare il Grande Slam proprio quando, avendo già perso gli Australian Open, e non ha più chance di mettere a segno il leggendario poker, dopo averlo sfiorato in ben tre occasioni.Se questo risultato sia l'inizio della riscossa, comunque, è ancora presto per dirlo. Di sicuro, se vorrà vincere in Francia, Federer dovrà alzare ulteriormente il livello del suo gioco. Per riuscirci, si è recentemente rivolto a Josè Higueras, due volte semifinalista a Parigi, ma soprattutto allenatore, in passato, di tennisti come Jim Courier, Michael Chang, Carlos Moya e Sergi Bruguera, tutti vincitori del Roland Garros. È il primo coach dello svizzero dopo l'interruzione del rapporto con l'australiano Tony Roach, che risale a circa undici mesi fa. Sarà l'uomo giusto per aiutare Roger nella conquista dell'unico Slam che gli manca? I primi risultati della loro collaborazione si potranno vedere subito, già da questa settimana, a Montecarlo. Sui campi del Country Club gli avversari di prima grandezza certo non mancheranno, a partire proprio da Novak Djokovic e dal re della terra battuta, Rafael Nadal…
Fonte IlSole24Ore
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