Unbelievable. Francamente non c'è altro da aggiungere. Ricordo bene l'amarezza di due anni fa nel veder perdere Roger la seconda finale consecutiva a Wimbledon nel 2015. Poi gli Us Upen, un'altra stagione senza Slam e poi la pausa. Da quando è tornato in campo nel 2017 la musica è cambiata, anzi è tornata quella che piace a noi, con Roger a capo dell'orchestra. E non importano più i record, l'ottavo Wimbledon, l'aver superato anche Pete Sampras fermo a 7, il 19esimo Slam, gli anni che passano, scanditi dalle lancette dei Rolex sul campo... l'unica cosa che conta è la musica che continua, una sinfonia magica con uno spartito che non riesce e non vuole ancora trovare un finale, perché qualsiasi finale rischierebbe di apparire banale al cospetto della immensa strada già battuta.
Noi seguaci di Federer, non abbiamo potuto far altro che seguire il Maestro fino a Wimbledon, la Scala del tennis, infatuati dalla sua musica,in attesa di udire nuove note, mai scritte prima.